Il decreto n.36 approvato dal Consiglio dei Ministri
da poco contiene alcuni aspetti che risultano inaccettabili:
1- Un
sistema di reclutamento assai farraginoso, che mortifica docenti precari, non
tenendo nel dovuto conto, l’esperienza professionale di chi per anni ha
lavorato nella scuola e per la scuola.
2- Un
percorso riferito alla formazione dei docenti che non ha nessun orizzonte dal
punto di vista della progressione professionale e che, a fronte di 3 anni di
formazione, riconosce un bonus economico del tutto inadeguato; soprattutto,
recupera le risorse che dovevano servire per il rinnovo contrattuale e dai
fondi delle CARD docenti.
3- Prevede
oltre 9.000 posti in meno, a fronte del calo degli studenti, quando si poteva
cogliere l’opportunità di risolvere il problema delle classi troppo numerose ,
le cosiddette “classi pollaio”.
“Il Ministro e il Governo non hanno per niente onorato
gli impegni che si erano assunti con la firma del Patto per la Scuola nel
Maggio del 2021- sottolinea Monica Barbolini, Segretaria Generale della Cisl
Scuola Emilia Romagna- Patto in cui, oltre al resto, si prevedeva l’avvio dei tavoli
di confronto proprio su quelle materie, come reclutamento e formazione docenti,
che sono state inserite nel decreto 36.”
Per queste ragioni di merito e di metodo, la Cisl
Scuola assieme a Flc CGIL, Uil Scuola, Snals e Gilda hanno proclamato
prima la mobilitazione il 3 maggio, poi lo sciopero del 30 maggio.
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